Quante volte ci siamo persi in contemplazione davanti ad un’opera d’arte o ad un magnifico tramonto? Il bello ci fa sentire bene, ci sentiamo in pace con noi stessi. Ammiriamo e non pensiamo che alla bellezza che stanno pregustando i nostri occhi.
Bello.
Per secoli, e forse più l’uomo si è interrogato su cosa sia il bello, se sia soggettivo o oggettivo.
"La bellezza salverà il mondo"
Questa è una delle frasi più celebri della letteratura mondiale , fatta pronunciare da Dostoevskij al protagonista de L’Idiota, il principe Miškin che aveva appunto una fiducia smisurata nel potere dell’arte. Ma quella che può sembrare un’affermazione semplicistica era invece il riflesso di un’intera epoca, di un passaggio alla modernità che voleva superare le vecchie idee e valori universali per ricostruire tutto. Che sia vero oppure no la bellezza è fondamentale nella vita dell’uomo.
“La bellezza delle cose esiste in chi osserva.”
Parola di David Hume.
Oggi quasi tutti la pensiamo così, e a confermalo ci sarebbero anche gli studi del dottor Semir Zeki, neurobiologo dell'University College di Londra che da anni cerca di rispondere a domande fondamentali sull'essenza umana servendosi degli strumenti della scienza.
E grazie a questi studi ha scoperto che è davvero così: la bellezza è tutta negli occhi di chi guarda e il nostro cervello possiede un concetto astratto di bellezza. Diversi soggetti sono stati messi davanti a diverse opere d’arte e misurate le loro reazioni neurologiche. Il risultato è che quando erano di fronte a un'opera giudicata bella, si accendeva sempre la corteccia cerebrale orbito-frontale (oltre alla corteccia visiva o uditiva, a seconda che l'opera fosse pittorica o musicale); se l'opera era “brutta”, non si rilevava invece un'attività cerebrale più spiccata in un'area specifica. E c'è pure un altro dato curioso: anche il nucleo caudato, una zona molto profonda del cervello, si attivava di più di fronte a opere belle. Questo nucleo è “acceso” anche dall'amore romantico, a indicare una sorta di correlazione su basi neurali fra bellezza e amore.
È stata quindi forse trovata una risposta all’antica domanda?
Quindi non può esistere un’opera inderogabilmente bella perché ora sappiamo che la bellezza è solo e soltanto nella nostra mente.
Queste considerazioni diventano allora importanti per noi appassionati d’arte che spesso ci chiediamo cosa possa essere considerato bello nell'arte: lo sono le tele bianche e vuote? Lo sono le installazioni incomprensibili o certe performance che lasciano allibiti gli spettatori? Zeki pare avere una risposta anche a questi quesiti: «Un quadro di Amedeo Modigliani può avere enormi meriti artistici ma non essere “bello”– dice il neuroscienziato –. Praticamente tutto può essere considerato arte, ma l'arte davvero bella è solo quella che accende la corteccia orbito-frontale». Bisognerebbe allora munirsi di una risonanza magnetica e fare un giro alle mostre d'arte: forse avremmo qualche sorpresa. Magari gli artisti tanto quotati sprofonderebbero nell'abisso e altri emergerebbero dal nulla.
Ma c'è ancora un ma... mi domando come mai si accende quella particolare zona per alcuni e per altri no davanti alla stessa opera? Mistero della mente? Del cuore? Vibrazioni assonanti?
Eppure in parte il gusto estetico deriva per noi da varie costellazioni che ci indicano cosa può essere considerato bello. Prendiamo ad esempio un’opera di Van Gogh e portiamola nel duecento? Quanti l’avrebbero considerata bella? Non sarebbero forse stati pronti per quel tipo di bellezza, al contrario per molti le opere del duecento ora sono considerate veri e propri capolavori. Il bello quindi evolve in una scala verso l’alto?
Che cos’è per voi il bello? Inganno dell’anima? Modo della nostra mente per farci avvicinare alle cose a noi più assonanti?
Forse semplicemente il bello è sentire il nostro cuore al sicuro, un miscuglio di emozioni che possono manifestarsi anche nel sublime di una goccia di rugiada.
Il bello per me è una pennellata di colore caduta accidentalmente su una tela o gli occhi del ragazzo che amo... e provare e sentire la bellezza una manifestazione del divino che è in me.
Non so se sia vero ma io voglio credere che sia così.
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